Le leggende metropolitane sui capelli

Quando si tratta di salute e bellezza, se ne sentono un po’ di tutti i colori… oggi ad esempio vorrei sfatare i miti più comuni che circolano sulla salute dei capelli.

Tagliare i capelli li rende più forti.

La porzione che emerge dalla cute, chiamata asta o fusto del capello, è in realtà la parte morta dello stesso, perché costituita da cellule senza nucleo. La porzione vitale è invece situata nel derma e non è in alcun modo influenzata dal taglio del fusto.

Se chi ha i capelli grassi o pieni di forfora li lava tutti i giorni peggiora il problema.

Nulla di più sbagliato, perché l’eccesso di sebo tende a “soffocare” il follicolo pilifero sottraendogli vitalità; non a caso seborrea e forfora grassa sono spesso associate a calvizie. In questi casi è necessario intervenire con prodotti adeguati.

Per evitare di perderli, i capelli devono essere lavati al massimo tre volte alla settimana.

Falso; se fosse vero dovrebbero cadere anche i peli della barba o del resto del corpo. Ciò, tuttavia, non deve in alcun modo sminuire la fondamentale importanza di utilizzare prodotti adeguati, specie in presenza di capelli secchi e sfibrati (in tal caso si sconsigliano lavaggi troppo frequenti).

Esistono farmaci o trattamenti cosmetici in grado di far ricrescere i capelli caduti.

Falso; una volta caduto il capello, se il bulbo è morto, non può più ricrescere. Farmaci come la finasteride o il minoxidil, insieme all’ampio corredo di cosmetici ed integratori vari, possono risultare invece efficaci in presenza di follicoli che, seppur sofferenti, presentano ancora un certo grado di vitalità. I capelli si curano inoltre con l’attenzione a stili di vita corretti (alimentazione, poco sole, riduzione del fumo, igiene accurata e controllo dello stress).

I pidocchi attecchiscono più facilmente in capelli sporchi ed arruffati.

Falso, poiché entrambi i fattori ostacolano l’adesione del parassita al fusto del pelo.

Balsami e prodotti solari prevengono la caduta dei capelli, mentre il gel li fa cadere.

Il fusto è una parte morta, che può naturalmente sfibrarsi e peggiorare il proprio aspetto in seguito a trattamenti non adeguati, agenti ambientali o per il calore di asciugacapelli e piastre che può rovinare i legami proteici alla base della struttura del capello. Cosmetici vari, come i balsami, migliorano l’aspetto del fusto dei capelli, lo proteggono dagli agenti atmosferici e dall’usura del tempo, ma non svolgono alcuna azione difensiva nei confronti del follicolo pilifero. Per lo stesso motivo gel, tinture, permanenti e simili non influiscono nel fenomeno fisiologico e periodico della caduta, a meno che non causino allergie (un uso eccessivo di gel potrebbe aggravare stati seborroici o irritativi per il suo effetto occlusivo sul follicolo).

Il cappello o il casco per la motocicletta fanno cadere i capelli.

Anche in questo caso non vi è nulla di scientifico. D’estate i copricapi proteggono il cuoio capelluto dal sole, prevenendo le scottature che favoriscono la caduta dei capelli.

Capelli e raggi UV: che stress!

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È tempo di sole e mare, e tutti noi conosciamo l’importanza di proteggere la nostra pelle dai raggi UV. Meno scontate sono le attenzioni che i capelli meritano in vacanza: gli ultravioletti danneggiano la cheratina indebolendo il fusto, mentre la salsedine si deposita sul rivestimento naturale, la cuticola, intaccandone l’integrità.

Per limitare al massimo i danni alla fibra capillare e non far perdere salute e fascino alla nostra chioma è necessaria una strategia specifica.

Prima: 1. Trattamenti stressanti, come mèches, tinture o permanenti, vanno fatti almeno due settimane prima della partenza, per evitare di inaridire e indebolire i capelli. 2. Se prevediamo una vacanza al sole, una settimana prima di partire e per almeno un mese è utile un’integrazione alimentare di rinforzo: assumete ogni mattina una perla di olio di germe di Grano, oppure integratori a base di Miglio ed Equiseto. 3. Utilizzate un protettivo specifico da applicare in modo uniforme, fluido per capelli sottili, lunghi e aridi, in gel per le pettinature corte; creme e oli sono invece più indicati per chiome particolarmente secche. Se volete un’alternativa naturale, potete usare il burro di Karitè o l’olio di Argan.

Durante: 1. Mai senza cappello nelle sedute prolungate sotto il sole, meglio in paglia o cotone e con colori chiari, per riflettere le radiazioni e consentire la traspirazione. 2. Come per il solare, riapplicate il protettivo ogni 3 ore, soprattutto se i capelli sono lunghi; 3. Risciacquateli con acqua dolce dopo ogni bagno, eliminando salsedine e cloro, e ripetete l’applicazione del prodotto. 4. Evitate i fermagli in metallo, perché si riscaldano al sole e possono bruciare leggermente il capello.

Dopo: 1. Usate shampoo specifici doposole, perché contengono antiossidanti e sostanze nutritive che contrastano i radicali liberi e  riparano la fibra capillare danneggiata. 2. Usate quotidianamente il balsamo e la crema due volte a settimana: il primo reidrata, la seconda nutre e ristruttura i capelli lunghi, secchi o colorati; al posto della crema,  prima dello shampoo, potete ricorrere a un impacco d’olio: perfetti quelli di Jojoba, Mandorle dolci, Germe di grano, Argan, Avogado o Macademia. 3. Eliminate delicatamente l’acqua con l’asciugamano prima di asciugarli, e pettinateli con utensili morbidi, meglio se di legno, con denti larghi e punte arrotondate. 4. Il fon al mare dovrebbe essere sostituito dall’asciugatura naturale perché è meno aggressiva. Dimenticate per un po’ piastra e ferro arricciacapelli: meglio optare per un “wet look” (effetto bagnato), che del resto è sempre trendy, così unirete l’utile al dilettevole! Se proprio non potete fare a meno del fon usatelo a temperature basse, mantenendolo ad almeno 15 centimetri dalla testa e facendo qualche pausa durante l’asciugatura, così da permettere alle cuticole di raffreddarsi.

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L’olio di Mandorle dolci

Oggi voglio proseguire con voi il percorso di esplorazione e approfondimento delle materie prime che più ho impiegato nella formulazione dei cosmetici 1896, e che spesso utilizzo per preparare soluzioni cosmetiche o rimedi per problematiche dermatologiche nel mio laboratorio.

Iniziamo col rinomato Olio di Mandorle dolci, di cui vi propongo una breve scheda che spiega perché lo abbia spesso privilegiato come ingrediente.

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Nome INCIPrunus amygdalus dulcis oil

Il mandorlo (Prunus dulcis) appartiene alla famiglia delle Rosacee. I suoi bellissimi fiori bianco rosato, simbolo di verginità, sono i primi fiori a sbocciare alla fine dell’inverno, nonostante le gelide mattine.

A differenza del suo cugino albicocco, la polpa del frutto è sottile, dura e asciutta perciò il suo consumo è impossibile. Tuttavia, all’interno di questo frutto si nasconde la mandorla che può essere, a seconda della varietà, amara o dolce. E’ da quest’ultima che si estrae un olio molto nutriente e lenitivo giallo pallido: l’olio di mandorle dolci appunto!

Conosciuto e usato già dagli antichi egizi per preparare unguenti, spesso utilizzato mischiato con miele per fare massaggi.

Questo olio è ormai ampiamente riconosciuto e utilizzato in cosmesi per la sua azione lenitiva ed emolliente.

Usato per via orale si rivela anche un ottimo lassativo non irritante. Riduce l’infiammazione, digestivo, aiuta l’assorbimento di calcoli renali, allevia la tosse e facilita la rimozione del muco bronchiale.

L’olio di mandorle dolci contiene acido oleico, molto nutriente per la pelle, la rende più flessibile e morbida.

Contiene inoltre

Fitosteroli (tra cui beta-sitosterolo, campesterolo, stigmasterolo): migliorano la funzione di barriera della pelle e la microcircolazione, rallentano l’invecchiamento cutaneo, hanno azione anti-infiammatoria, proteggono contro l’azione dei raggi UV.

Triacilglicerolo: ammorbidisce ed è lenitivo, contribuendo a ricostruire il film lipidico della pelle.

Alcoli triterpenici: antifungini, antivirali e anti-infiammatorio.

Proprietà:

Molto morbido, è molto piacevole da applicare, lascia un tocco vellutato e dona morbidezza. È emolliente, nutre e protegge la pelle dalla disidratazione, la tonifica e ne attiva la riparazione. Calma il prurito e l’irritazione. Aiuta a prevenire le smagliature.

Potete trovarlo facilmente in commercio anche non miscelato (assicuratevi sempre che sia di buona qualità!), e usarlo per nutrire la pelle del corpo, fare massaggi preventivi contro le smagliature o nutrire capelli secchi e sciupati (attenzione a risciacquare bene però, perchè tende ad appesantire…).

Per le proprietà che ho descritto ho deciso di impiegarlo in alcuni dei miei cosmetici lenitivi, addolcenti, nutrienti ed elasticizzanti, e antietà:

CREMA IDRATANTE AI LAMPONI, CAMOMILLA E LATTE DI GIUMENTA 
CREMA ANTIRUGHE ALLA LATTUGA DI MARE E TIGLIO
CREMA VELLUTO COCCO E VANIGLIA
GEL DOCCIA IDRATANTE ALL’OLIO DI MANDORLE DOLCI

 

L’acne rosacea

Vorrei affrontare oggi un problema delicato ma molto comune. L’acne rosacea è una dermatite cronica i cui  sintomi principali sono rossore (o vampate di calore) sul viso, rottura visibile di piccoli vasi sanguigni, piccole eruzioni di colore rossastro, cisti, palpebre e occhi irritati. Il rossore si concentra nelle zone centrali del volto (fronte, naso, guance e mento), e può essere accompagnato da bruciore e un leggero gonfiore, ma attenzione: la diagnosi del medico è importante per non confonderla con altri problemi dermatologici.

L’origine esatta della rosacea purtroppo è ancora un mistero; sembrerebbe trattarsi di una dermatosi dovuta alla dilatazione di vasi sanguigni perlopiù superficiali. Le cause sospette includono fattori genetici associati all’esposizione al sole e fattori ereditari, la presenza di un acaro rintracciato nei follicoli dei capelli (Demodex folliculorum), il batterio Helicobacter pylori (associato a ulcere dello stomaco), patologie gastrointestinali e trattamenti farmacologici che causano la dilatazione dei vasi sanguigni. Vi sono poi una serie di elementi scatenanti che sembrano favorirla, fra cui disturbi emotivi (stress, paura, ansia, imbarazzo, etc), che possono generare l’arrossamento ed aggravare questa condizione. Il rossore può essere causato  anche da variazioni climatiche come ad esempio un forte vento o un aumento dell’umidità; l’esposizione al sole e la cute danneggiata dai raggi UV poi, sono condizioni spesso associate alla rosacea, per questo si consiglia sempre l’applicazione di filtri solari fisici, contenenti zinco o titanio (SPF 50+), che forniscono un’elevata protezione. Altri fattori scatenanti noti sono l’attività fisica, sbalzi emotivi e il consumo di alcool, caffè e cibi troppo caldi, speziati o piccanti.

E’ importante riuscire a distinguere tra l’acne comune e l’acne rosacea anche perché i rimedi da usare sono diversi e facendo confusione si rischia di peggiorare il quadro clinico.

Le donne sono inoltre le più colpite anche se, di contro, gli uomini presentano spesso i casi più gravi, e in parte ciò è dovuto al  loro essere più restii a rivolgersi al medico alla prima comparsa dei sintomi. Bisogna infatti intervenire opportunamente e al più presto consultando un dermatologo quando si ha il sospetto di essere affetti da acne rosacea, poiché si tratta di una malattia infiammatoria che tende a peggiorare con il tempo e da non prendere alla leggera.

Attualmente non si conoscono cure risolutive, ma può essere trattata e tenuta sotto controllo, e con l’andare del tempo l’aspetto della pelle migliorerà. A volte è possibile curarla con antibiotici, per uso topico (che vanno applicati direttamente sulla pelle), o in altri casi per via orale. Le pustole possono migliorare velocemente, ma il rossore e le vampate di calore sono più difficili da curare.

E’ infine importante utilizzare  detergenti delicati ed oil-free, privi di sapone, per la pulizia del viso e lavarsi con acqua tiepida, evitando lo sfregamento della pelle.
Questa patologia nelle forme più gravi causa purtroppo anche un certo disagio sociale nelle persone che ne soffrono, mentre sarebbe importante mantenere un buon tono dell’umore e non stressarsi ulteriormente. Coraggio quindi, con serenità e costanza nelle attenzioni tutto si può affrontare!

La psoriasi: cure naturali e norme comportamentali per fronteggiarla

Ultimamente mi è stato chiesto se conoscessi un rimedio contro la psoriasi, una malattia infiammatoria della pelle non infettiva né contagiosa, ma solitamente di carattere cronico e recidivante.

Le cause della psoriasi sono ancora sconosciute, anche se alcune ricerche sembrano indicare un’origine multifattoriale  in cui intervengono elementi autoimmunitari, genetici e ambientali. Si tratta comunque di una patologia estremamente complessa, che può peggiorare o migliorare senza un motivo apparente.

L’evento scatenante il primo focolaio è talvolta uno stress, fisico o mentale, un trauma o lesioni della cute, oppure un’infezione, spesso da Streptococco. I siti più comuni per le lesioni da psoriasi, che guariscono senza lasciare cicatrici e senza disturbare la crescita dei peli, sono lo scalpo, le zone di estensione di gomito e ginocchio e la zona lombo-sacrale, ma in alcune sue forme si trovano nelle zone di flessione, sui genitali, sulla pianta dei piedi e il palmo delle mani.

Vi lascio una ricetta che può venire in aiuto (ne sconsiglio però l’uso in gravidanza e al di sotto dei tre anni di età):

–      15 gocce di olio essenziale di Geranio rosato egiziano (Pelargonium asperum)

–      10 gocce di Ravensara aromatica (Cinnamonum camphora)

–      10 gocce di olio essenziale di Legno di Rosa (Aniba roseadora)

–      5 gocce di Menta piperita (Mentha piperita)

–      70 gocce di olio vegetale di Calendula (Calendula officinalis)

Mettete qualche goccia della miscela sulle zone affette 3 volte al giorno.

Questi oli, purché utilizzati alle giuste concentrazioni, sono ben tollerati dalla cute. Il Geranio è fortemente cicatrizzante, antinfiammatorio e  riequilibrante; l’olio di Legno di rosa ha proprietà rigeneranti, è molto nutriente e agisce in sinergia con la Ravensara aromatica, di cui aumenta il potere antivirale e antibatterico e l’azione sulle deficienze immunitarie; la Menta ha azione sulle dermatiti in genere e riduce il prurito; l’olio di Calendula  è utile in tutti quei casi in cui la pelle è irritata screpolata.

Un ottimo lenimento per le lesioni da psoriasi è poi il portentoso Olio di Argan (accertatevi come sempre che sia puro e di buona qualità), super nutriente ma non untuoso, che specie se combinato con poche gocce di olio essenziale di Lavanda e applicato sulle zone interessate conferisce un immediato miglioramento alle condizioni della pelle anche nell’aspetto.

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Infine esistono norme igienico-comportamentali che possono sicuramente ridurre l’entità delle manifestazioni cutanee: evitate di grattare le lesioni o strofinare la pelle bagnata; limitate l’uso di detergenti che favoriscono la desquamazione; mantenete una buona idratazione; evitate l’esposizione al sole, specialmente nelle ore più calde; evitate capi d’abbigliamento irritanti, quali vestiti in lana o fibre sintetiche; evitate il contatto prolungato con l’acqua, che può favorire lo sviluppo di infezioni batteriche.

Anche l’alimentazione è un valido aiuto: mangiate pasta integrale, riso, legumi, pesce e verdure “amare”, come cicoria, radicchio, crescione e zucca amara; evitate cibi  come melanzane, pomodori crudi, peperoni crudi e cotti, carciofi, frutti di bosco, mele crude e cachi; assumete integratori a base di Omega 3 e antiossidanti quali i Coenzima Q10.

I raggi UV infine sono salutari per la pronta guarigione delle lesioni, sempre che ci si esponga con un’adeguata protezione solare: paradossalmente però, chi soffre di psoriasi tende a coprirsi in estate, rinunciando a questa possibilità di miglioramento naturale… non dovreste mai vergognarvi di esporvi, ma se proprio non volete affrontare il pubblico, cercate di ritagliarvi i vostri spazi di meritato relax per godervi il sole estivo!

Le cicatrici: come prevenire la comparsa e migliorarne l’aspetto

La cicatrizzazione non è uguale per tutti: in genere più la pelle è scura e la persona giovane, maggiori sono i rischi di una cicatrice antiestetica; alcune zone del corpo, inoltre, cicatrizzano meno bene di altre (petto, sterno, schiena e articolazioni).

Una volta aperta la ferita attraversa varie fasi verso la guarigione. In particolare, dopo qualche giorno inizia a formarsi il tessuto detto “di granulazione”, costituito anche da fibroblasti che producono fibre di collagene e di elastina; nello stesso tempo la lesione si contrae, permettendo un riavvicinamento dei bordi fino a una totale chiusura. Un’attenzione in questa fase (che dura 10-15 giorni) è importante per evitare conseguenze a livello estetico.

Nel processo di cicatrizzazione si possono presentare alterazioni: per eccesso (cicatrice ipertrofica: il tessuto si forma in grande quantità rimanendo poi sempre rilevato e dolente) o per difetto (cicatrice atrofica: il tessuto è insufficiente, soprattutto in soggetti affetti da condizioni patologiche, anemici e astenici, e la ferita può riaprirsi).

Le cicatrici ipertrofiche si sviluppano precocemente sulla lesione e si formano più facilmente in aree di cute sottoposta a tensione (ad esempio le articolazioni). Col tempo, però, tendono a migliorare spontaneamente.

I cheloidi, invece, sono costituiti da un’anomala produzione di tessuto cicatriziale che si sviluppa anche a distanza di molto tempo (anni) e si può estendere anche oltre i margini della lesione.

Il mercato offre numerosi prodotti che possono aiutare nel trattamento delle cicatrici. Alcuni fra questi sono in gel, altri in spray, altri ancora in sottili lamine simili a cerotti o oli a base di vitamina E. Possono essere applicati sia sulle ferite chiuse, in via di guarigione, che sulle cicatrici ipertrofiche o i cheloidi già formati, con l’obiettivo, nel primo caso, di garantire una cicatrizzazione ottimale (“prevenzione”) e, nel secondo, di ottenere il miglioramento dell’aspetto della lesione (es. appiattimento) e/o ridurne le dimensioni. Il meccanismo con cui otterrebbero questo loro effetto però non è noto.

Non è ancora possibile rimuovere del tutto le cicatrici quando compaiono, ma ci sono alcuni metodi efficaci per attenuarle. Ecco alcune cose che dovreste sapere: evitate le lampade o i raggi UV quando la cicatrice è ancora fresca. La luce può alterare il processo di guarigione e modificare il colore e la struttura della pelle. È importante utilizzare un solare a massima protezione, per almeno tre mesi successivi al trauma, facendo attenzione a rinnovare l’applicazione ogni tre ore. Infine, quando la ferita si chiude, mantenete la pelle danneggiata sempre soffice e morbida con l’aiuto di una crema a base di estratti ad azione cicatrizzante, come il gel di Aloe Vera.

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Acne: ma il cibo è innocente o no?

Finite le feste di Natale abbiamo avuto tempo per depurarci… neanche per sogno! 😀

E’ arrivato subito il carnevale, con la sua allegria, le sue follie, i suoi colori e… i suoi piatti tipici! Frittate, frittelle fritture e dolci di ogni genere… e adesso la paghiamo con i brufoli 🙁

Molti di noi credono che ci sia uno stretto legame tra dieta e acne: secondo un’indagine il 32% degli acneici è convinto che proprio il cibo sia il principale responsabile della comparsa dei comedoni, mentre un altro 44% afferma che cioccolata, patatine alcoolici ecc. siano senza dubbio causa di peggioramenti.

In realtà infinite ricerche scientifiche dagli anni ‘60 in poi hanno più volte sottolineato l’assenza di relazioni evidenti tra dieta e acne; al contrario, chi pratica medicina olistica sostiene da sempre che tossine, stress e cattiva alimentazione contribuiscano in misura importante all’eruzione cutanea. Recentemente anche alcuni studi accademici sembrano provare questo legame: le ricerche più accreditate in materia dimostrano che alimenti ad alto indice glicemico, se consumati in eccesso, possono favorire la comparsa dell’acne, perché innalzano i livelli d’insulina che a sua volta va a stimolare la sintesi di ormoni androgeni, responsabili dell’ingrandimento delle ghiandole sebacee presenti nel follicolo pilifero e dell’aumento della produzione di sebo.

Naturalmente esistono anche fattori individuali, come una predisposizione genetica, oppure l’assunzione di alcuni farmaci quali i corticosteroidi e, ovviamente, farmaci a base di androgeni.

Ci sono piccoli accorgimenti che possono migliorare l’estetica della pelle acneica. Per esempio, è bene evitare l’esposizione al sole, che inspessisce la cute, e non stuzzicare con le mani la zone interessate dalla malattia.

La rasatura, negli uomini, richiede alcune attenzioni per non irritare ulteriormente la cute: sciacquate il viso con acqua tiepida prima di passare il rasoio, in modo da ammorbidire i peli, e usate con mano leggera rasoi sempre affilati per non causare abrasioni o tagli.

Se proprio non potete rinunciare ai cosmetici, applicateli solo dopo aver messo una base opportuna (anti-acne) e facendo attenzione a scegliere creme (solari compresi) rigorosamente “oil-free”.

Più precoce è il trattamento, minore è il rischio che si formino segni o cicatrici difficili da eliminare successivamente.

Per le forme lievi di acne si possono usare prodotti ad hoc, meglio se a base di Timo, per uso locale: è buona regola applicarli 10-15 minuti dopo essersi lavati, perché in questo modo si ripristina il film idrolipidico che ne facilita l’assorbimento.

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Bisogna poi pazientare un po’ per vedere i risultati, che compaiono non prima di 6-8 settimane.

Scrub e peeling: una buona abitudine

Adatto sia alle donne che agli l’uomini, lo scrub (denominato anche gommage o peeling) è un trattamento che ridona luce alla pelle affaticata dallo stress e aggredita dallo smog. Secondo il tipo di pelle, ognuno di noi noterà una certa rugosità sotto i talloni o vicino le ginocchia, oppure ai gomiti o agli avambracci, senza escludere i glutei, dove la pelle può inspessirsi notevolmente.

La nostra pelle si rinnova infatti continuamente: dallo strato profondo nascono le cellule vitali e fresche che, però, arrivando in superficie perdono acqua e muoiono, formando una patina opaca e inspessita; questa va periodicamente rimossa con uno scrub o peeling viso e corpo, per stimolare il rinnovamento cellulare e ritrovare luminosità.

Andrebbe fatto mensilmente prima di qualunque trattamento e almeno un mese prima dell’estate per preparare il corpo all’abbronzatura. Adesso che siete ancora ben abbronzati il peeling va eseguito comunque: non è vero che fa sparire la tintarella, anzi! Depurando la pelle dalle cellule morte avrà una maggiore tenuta!

È indispensabile anche per combattere la cellulite: attenuando l’effetto buccia d’arancia, la pelle delle gambe apparirà più levigata e compatta e sarà nelle condizioni ottimali per ricevere meglio i principi attivi dei trattamenti specifici.

In farmacia possiamo trovare degli ottimi preparati naturali che svolgono una profonda attività di peeling sia chimico (ad esempio con gli acidi della frutta) che meccanico, ma per le emergenze si può ricorrere anche al fai-da-te.

Come base del nostro scrub fatto in casa possiamo usare due elementi naturali facili da reperire: olio di Mandorle dolci o Miele. Entrambi hanno effetti idratanti ma il miele tende a incollarsi alla pelle per cui va applicato eseguendo massaggi concentrici e tenendo i capelli legati. Una volta scelto il nostro ingrediente base versiamone due cucchiaini in una tazzina e aggiungiamo due cucchiaini di sale fino o un cucchiaino di Cannella in polvere (preferibilmente non raffinata). Sicuramente la miscela di Miele e Cannella è ideale poiché lascia la pelle anche molto profumata. Il composto così ottenuto va messo sul viso, evitando il contorno occhi e massaggiato delicatamente per qualche minuto. Va poi rimosso con dell’acqua tiepida con l’aiuto di spugnette.

Per lo scrub corpo, si può sostituire il sale fino con del sale grosso, meglio il sale del mar Morto, aumentando le quantità di olio o Miele. La miscela va poi spalmata e massaggiata nei punti critici: dai talloni alle ginocchia, per arrivare a cosce e glutei, senza trascurare gomiti e avambracci. Piano, piano con delicatezza le cellule morte verranno via e le gambe saranno pronte anche per una perfetta depilazione.

Per un trattamento davvero efficace e completo ma sempre naturale, ho studiato una formula particolare agli acidi della frutta e fibre di bamboo, che unisce le proprietà esfolianti sia chimiche che meccaniche di piante selezionate regalando alla nostra pelle una pulizia profonda, nutrimento e un’intensa rigenerazione.

peeling agli acidi della frutta con fibre di bamboo e rosa mosqueta