Nude look: il trucco c’è… ma non si vede!

Alcune donne non amano il trucco perché temono di apparire diverse e ci tengono ad avere un aspetto “autentico”; per altre è una questione di tempo; altre ancora, specie le più giovani, amano seguire i trend del momento, che propone un look semplice ma luminoso e femminile, con il cosiddetto effetto “pelle nuda” e un risultato molto naturale.

E allora, come fare? Con i prodotti giusti il nude look è semplice da realizzare e alla portata di tutte, veloce e perfetto per non appesantire i tratti del viso illuminato dal nuovo sole di primavera.

Per ottenere un effetto “pelle trasparente” e un colorito naturale dobbiamo ovviamente partire dalla base. Dopo aver attenuato eventuali imperfezioni e arrossamenti con un correttore specifico (ricordando di sfumarlo bene e fissarlo con una polvere rissatrice), applichiamo una piccola dose di BB cream o fondotinta: optiamo, in questo caso, per formule leggere, idratanti e semitrasparenti, che contengono solitamente micropigmenti fotoriflettenti. Il viso risulterà subito luminoso dandoci un aspetto riposato e naturale. Non dimentichiamo poi di fissare il colore con una spolverata leggera di cipria libera o compatta illuminante, che garantirà un trucco duraturo.

Fondamentale per avere un aspetto salutare è poi l’uso del blush o fard, la cui scelta dipende dal tipo di pelle: per una cute a tendenza secca sarà bene usare uno stick cremoso dall’effetto satinato, altrimenti possiamo optare per la classica polvere compatta, scegliendo il colore a seconda dell’incarnato. Sapete come va applicato? Facendo un bel sorriso stendetelo sulla parte più sporgente delle guance, sfumando bene verso l’esterno: l’effetto sarà un salutare colorito rosato che toglierà immediatamente i segni della stanchezza e il accenderà il nostro viso anche quando ci sentiamo particolarmente spossate.

E il contorno occhi? Per questa zona largo a illuminanti cremosi o in polvere dall’effetto madreperlato ma senza esagerare con le quantità di prodotto, per non accentuare i segni d’espressione. Come primo passo vanno schiariti gli angoli interni degli occhi, che sono il punto più scuro del viso: basta un tocco di ombretto chiaro da sfumare col pennello fino a metà della palpebra mobile e anche sotto l’arcata sopraccigliare. Per definire lo sguardo passiamo invece un tratto di eye liner o matita marrone piuttosto sottile e ben sfumato alla radice delle ciglia, per poi stendere il mascara. Per l’esterno dell’occhio optiamo per ombretti con nuance naturali e brillanti; se andiamo di corsa potremmo addirittura sfruttare il nostro blush in stick, sfumandolo con la punta delle dita… anche sulle labbra!

Per la bocca opteremo ugualmente per prodotti veloci dall’effetto curato ma molto naturale: prima definiremo le labbra con una matita morbida color carne, da sfumare con un pennellino, poi applicheremo lucidalabbra trasparenti o rosati o balsami labbra colorati che rimetteremo facilmente più volte al giorno, ottenendo labbra sempre idratate.

E quando cala la sera? Per il trucco serale valgono gli stessi consigli di base, ma possiamo certo sbizzarrirci valorizzando occhi e labbra con tonalità più decise, come il nero e le varie sfumature di rosa o rosso. Se avete dubbi chiedete consiglio al reparto cosmetico della vostra farmacia di fiducia!

Il “colpo della strega”: come affrontarlo

C’è un disturbo molto comune che può colpire chiunque e il cui nome crea una certa, giustificata, inquietudine… è il famigerato “colpo della strega”!

Si tratta infatti di un dolore lancinante e improvviso causato da una contrattura muscolare che interessa la parte bassa della schiena e che tecnicamente si definisce “lombalgia acuta”. Immediatamente tutta la muscolatura lombare diventa estremamente rigida poiché al forte dolore i muscoli reagiscono con una contrazione che vanifica qualsiasi altro tentativo di movimento: è per questo che chi viene colpito tende a rimanere bloccato nella posizione in cui ha avvertito il dolore, cercando il punto di appoggio più vicino. La contrattura è la conseguenza di un allungamento eccessivo del muscolo, che, con un “riflesso da stiramento”, si difende per evitare complicazioni più importanti, salvaguardando l’integrità di muscoli e articolazioni.

I soggetti più a rischio sono dunque le persone più anziane, poiché nei giovani l’elasticità della muscolatura paravertebrale è maggiore. A rischio anche chi, per motivi di lavoro, mette sotto carico per molte ore la colonna vertebrale, come ad esempio i lavoratori sedentari o perennemente in piedi. Predispongono poi al mal di schiena anche alcuni dismorfismi della colonna vertebrale (scoliosi) e cadute o eventi traumatici pregressi, come il colpo di frusta.

Le cosiddette cause acute possono invece essere rappresentate da: uno sforzo intenso o improvviso, spesso innaturale, o, raramente, da un colpo di freddo; sollevamento di carichi eccessivi o sbilanciati; mancato o inadeguato riscaldamento prima dell’attività fisica; assenza di preparazione prima di un gesto atletico; squilibri metabolici alla base di un malfunzionamento muscolare. Esistono poi cause croniche come ad esempio: artrosi; ernia del disco; infezioni articolari; artrite reumatoide; tumori; fratture; polimialgia; malattia reumatica. I meccanismi di queste patologie possono in realtà intrecciarsi e dare luogo a circoli viziosi che si autoalimentano: alterazioni muscolari possono infatti causare problemi articolari e viceversa. A volte può accadere che le contratture persistano nel tempo o siano recidivanti, aprendo le porte al blocco dei movimenti.

Esistono dunque campanelli d’allarme che possono metterci in guarda sul fatto che stiamo compiendo movimenti errati, predisponendoci al colpo della strega. Si tratta, ad esempio, della comparsa di dolore alla schiena salendo o scendendo dall’auto o alzandosi dal divano; dolore o vertigini quando volgiamo lo sguardo in su; fitte in zone variabili della colonna vertebrale quando si tossisce o starnutisce; difficoltà a tornare in posizione eretta quando ci chiniamo. In presenza di questi sintomi dovremmo prendere provvedimenti correggendo le nostre cattive abitudini e affidandoci agli esperti per una ginnastica mirata.

Se però il colpo della strega dovesse sorprenderci, cosa possiamo fare? Innanzitutto è bene rimanere nella posizione antalgica, ovvero quella assunta spontaneamente perché genera meno dolore. Occorre poi cercare appoggi e una posizione adeguata a letto, che andrà mantenuta per diverse ore prima della ripresa graduale dei movimenti. Se il blocco dura più di 24 ore è bene sottoporsi a una visita specialistica per valutare la necessità di indagini diagnostiche quali Rx, TC o RMN.

Evitiamo infine i rimedi casalinghi e per una cura antinfiammatoria affidiamoci esclusivamente al parere del nostro medico e al nostro farmacista di fiducia.

Raffreddore o allergia stagionale?

Naso che cola, starnuti, tosse e difficoltà a respirare: sembrano proprio i sintomi del comune raffreddore, di cui abbiamo già parlato. Tuttavia, come molti di noi già sapranno, non esiste solo la forma virale: il raffreddore può essere causato anche da un’allergia, che non ha quindi a che vedere con infezioni virali o batteriche ma dipende dalla risposta immunitaria del nostro corpo a un allergene. Distinguere le due forme e quindi individuare il giusto approccio terapeutico non sempre è semplice, soprattutto all’inizio.

Come capire allora se siamo affetti da un raffreddore comune o da una rinite allergica?

Immagine da Vivere più Sani

Il primo indizio per distinguerli è la durata: il comune raffreddore può durare tra i 3 e 14 giorni, mentre l’allergia può manifestarsi per diverse settimane o addirittura mesi. Altro dato importante da considerare è il periodo dell’anno in cui si manifestano i sintomi: il raffreddore influenzale coincide sovente con la stagione più fredda, mentre quello allergico tende a manifestarsi principalmente ai cambi di stagione (soprattutto nel caso di allergia ai pollini, il disturbo si concentra nel periodo della fioritura delle piante, che a volte può essere precoce). Quest’ultimo è infatti ovviamente legato all’esposizione all’allergene; tuttavia, se siamo allergici ai pollini delle graminacee i sintomi da raffreddore dureranno uno, due o tre mesi, se invece l’allergia riguarda per esempio gli acari della polvere potranno essere presenti nel corso dell’intero anno. Se siamo invece allergici al pelo di cani o gatti, ecco che il raffreddore si presenterà solo in presenza di questi animali. Questo significa che per identificare la natura di un raffreddore, dobbiamo prestare attenzione anche alle singole situazioni in cui si manifesta.

Differenze più o meno leggere si notano anche nei sintomi. I sintomi del raffreddore virale di solito iniziano 2-3 giorni dopo l’infezione e durano indicativamente 1-2 settimane, presentandosi con produzione di muco, difficoltà di respirazione, starnuti, mal di gola, tosse, mal di testa e talvolta febbre, generalmente lieve. Il raffreddore allergico, invece, si manifesta con congestione nasale più leggera, accompagnata da disturbi oculari quali prurito, gonfiore, lacrimazione e arrossamento, secchezza della gola, starnuti frequenti, scolo retronasale e muco più trasparente e liquido, occhiaie scure, eventuale perdita di olfatto e gusto, e, in alcuni casi, anche un lieve dolore osseo. Inoltre, il raffreddore di origine virale, al contrario di quello di origine allergica, non fa prudere il naso, non ci fa starnutire “a salve”(con raffiche di 4 o più starnuti) e non dà sintomi oculari.

Come affrontare allora la rinite allergica? Innanzitutto, qualora si abbia il sospetto che il proprio raffreddore sia di origine allergica, è opportuno consultare il medico. La cura, oltre al tentativo di ridurre l’esposizione all’allergene, prevede il ricorso a farmaci antistaminici, colliri specifici, spray nasali decongestionanti e, previa valutazione del medico, eventualmente cortisonici; per alcune forme allergiche sono poi disponibili vaccini in grado di favorire una progressiva desensibilizzazione. Se non siamo sicuri di quale sia la natura della rinite o non vogliamo ricorrere a farmaci esistono poi efficaci rimedi naturali.

Se avete dubbi chiedete sempre consiglio al vostro medico e al vostro farmacista di fiducia!