La portentosa Aloe Vera

L’Aloe vera è una delle piante più conosciute e usate in cosmesi e fitoterapia: le sue grandi foglie verdi, dal rivestimento piuttosto duro, contengono una morbida polpa da cui si ricavano estratti preziosi. Gli usi cosmetici più conosciuti sono legati alle sue proprietà emollienti, cicatrizzanti, riparatrici, lenitive e nutrienti. Ci sono però anche altri utilizzi funzionali dei derivati dell’Aloe meno conosciuti ma altrettanto importanti.

Il gel di Aloe, ottenuto dalla porzione interna delle foglie, contiene polisaccaridi, acidi grassi, vitamine, lipidi e minerali che hanno un’azione idratante, tonificante e antinfiammatoria sui tessuti e aiutano a riattivare il metabolismo; per questo è uno dei rimedi più efficaci per contrastare la cellulite e alleggerire gli arti inferiori in caso di gonfiori e pesantezza.

Il succo di Aloe, da assumere per via interna per depurarsi in profondità, è noto per i poteri curativi e lassativi, ed è ricco di sali minerali (calcio, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio, rame, selenio) e vitamine (betacarotene, vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina E), che aiutano a liberare l’organismo dal carico di tossine invernali e rigenerano le attività metaboliche disturbate, prevenendo i fenomeni infiammatori. A queste sostanze si aggiungono aminoacidi e antiossidanti che lo rendono un ottimo ricostituente. Per prepararvi alla nuova stagione bevete quindi tutte le mattine del succo di Aloe puro al 100%, per un paio di mesi.
In ogni sua forma (succo, gel, tavolette…) può essere assunta come ottimo lenitivo dell’apparato gastrointestinale, ideale per favorire la digestione. D’estate poi l’Aloe può rivelarsi un toccasana contro un disturbo che colpisce molte donne: la stasi linfatica, che si manifesta con gambe gonfie, caviglie calde, rosse e doloranti, e affaticamento generale. Un’applicazione esterna del suo gel sfiamma, lenisce, e migliora il flusso circolatorio e linfatico, dando sollievo e leggerezza a gambe e caviglie e tonificando i tessuti.

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Onicofagia: come smettere di mangiarsi le unghie

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Sono molti i bambini e i ragazzi, senza distinzione di sesso, ad avere quest’abitudine, che spesso scompare con l’età. Come per altri piccoli vizi (succhiarsi il pollice o l’angolo del lenzuolo) lo stimolo è di origine psicologica: il bambino succhia per rivivere le sensazioni piacevoli che ha provato durante la poppata dal seno della mamma ma, una volta cresciuti, la suzione non è sufficiente… e allora il mordere, strappare e anche il provare dolore è utile (ma non funzionale) a riportare qualcosa di ingestibile (come le emozioni), a un livello più noto (quello fisico e tangibile del corpo).

Tuttavia l’onicofagia riguarda anche il 5% della popolazione adulta, con tutte le antipatiche conseguenze che ne derivano. Perché accade? Di norma il problema si manifesta in modo più eclatante quando siamo particolarmente nervosi, stressati, annoiati. Come per altre abitudini (per esempio, toccarsi continuamente i capelli), mangiarsi le unghie è infatti manifestazione di un malessere, un modo di reagire a qualcosa che non va e scaricare le tensioni. A volte comunque può trattarsi semplicemente di una cattiva abitudine, magari presa da piccoli quando si è intenti ad imitare i gesti dei più grandi.

Chi è affetto dal disturbo in questione compie il gesto in modo inconscio, restando per la maggior parte del tempo “sovrappensiero”. Il medico è indispensabile quando c’è un’infiammazione o in caso di infezione, ma, nei casi più gravi, è consigliabile anche un trattamento psicoterapeutico al fine di individuare le cause psicologiche del disturbo.

In questo caso è fondamentale preservare la salute delle unghie – dato che dopo anni di “torture” saranno certamente deformate, fragili e si romperanno al minimo urto – procurando all’organismo sostanze che rinforzino le parti sciupate e stimolando la produzione di cheratina, la proteina che le rende dure e compatte. È consigliabile quindi una dieta ricca di verdure fresche crude (indispensabili per rifornirci di sali minerali) e di latte, ricco di calcio.

Oltre alla dieta sono utili cure locali, come immergere le mani in acqua e sale marino per una decina di minuti ogni giorno e in una bacinella con olio di Ricino per due o tre volte alla settimana, frizionandole l’una con l’altra per una decina di minuti per facilitare la penetrazione dei nutrienti.

Si può ricorrere anche a dei piccoli trucchi per smettere di mangiarsi le unghie: provate ad esempio a portare con voi una palla antistress per scaricarvi; cercate di sostituire quest’abitudine con altre attività che richiedono un automatismo orale, come masticare una gomma; tagliate le unghie molto corte, dando una forma rotonda e rimuovendo gli spigoli sporgenti; per motivarvi, fate frequenti sedute di manicure e massaggiate regolarmente le cuticole con olio di Oliva o olio di vitamina E; quando siete in casa usate guanti di cotone; se infine proprio non riuscite a contenervi, applicare uno smalto trasparente dal gusto sgradevole è uno dei rimedi più conosciuti.

Non dimenticate che mangiare le unghie, oltre che brutto da vedere, fa male alla nostra salute perché le mani toccano qualunque cosa in qualunque posto e metterle in bocca può significare ingoiare migliaia di germi; è dannoso inoltre anche per i denti perché ne compromette il posizionamento e ne determina uno slittamento. Col risultato finale di ritrovarci con brutte mani e un pessimo sorriso!

Capelli e raggi UV: che stress!

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È tempo di sole e mare, e tutti noi conosciamo l’importanza di proteggere la nostra pelle dai raggi UV. Meno scontate sono le attenzioni che i capelli meritano in vacanza: gli ultravioletti danneggiano la cheratina indebolendo il fusto, mentre la salsedine si deposita sul rivestimento naturale, la cuticola, intaccandone l’integrità.

Per limitare al massimo i danni alla fibra capillare e non far perdere salute e fascino alla nostra chioma è necessaria una strategia specifica.

Prima: 1. Trattamenti stressanti, come mèches, tinture o permanenti, vanno fatti almeno due settimane prima della partenza, per evitare di inaridire e indebolire i capelli. 2. Se prevediamo una vacanza al sole, una settimana prima di partire e per almeno un mese è utile un’integrazione alimentare di rinforzo: assumete ogni mattina una perla di olio di germe di Grano, oppure integratori a base di Miglio ed Equiseto. 3. Utilizzate un protettivo specifico da applicare in modo uniforme, fluido per capelli sottili, lunghi e aridi, in gel per le pettinature corte; creme e oli sono invece più indicati per chiome particolarmente secche. Se volete un’alternativa naturale, potete usare il burro di Karitè o l’olio di Argan.

Durante: 1. Mai senza cappello nelle sedute prolungate sotto il sole, meglio in paglia o cotone e con colori chiari, per riflettere le radiazioni e consentire la traspirazione. 2. Come per il solare, riapplicate il protettivo ogni 3 ore, soprattutto se i capelli sono lunghi; 3. Risciacquateli con acqua dolce dopo ogni bagno, eliminando salsedine e cloro, e ripetete l’applicazione del prodotto. 4. Evitate i fermagli in metallo, perché si riscaldano al sole e possono bruciare leggermente il capello.

Dopo: 1. Usate shampoo specifici doposole, perché contengono antiossidanti e sostanze nutritive che contrastano i radicali liberi e  riparano la fibra capillare danneggiata. 2. Usate quotidianamente il balsamo e la crema due volte a settimana: il primo reidrata, la seconda nutre e ristruttura i capelli lunghi, secchi o colorati; al posto della crema,  prima dello shampoo, potete ricorrere a un impacco d’olio: perfetti quelli di Jojoba, Mandorle dolci, Germe di grano, Argan, Avogado o Macademia. 3. Eliminate delicatamente l’acqua con l’asciugamano prima di asciugarli, e pettinateli con utensili morbidi, meglio se di legno, con denti larghi e punte arrotondate. 4. Il fon al mare dovrebbe essere sostituito dall’asciugatura naturale perché è meno aggressiva. Dimenticate per un po’ piastra e ferro arricciacapelli: meglio optare per un “wet look” (effetto bagnato), che del resto è sempre trendy, così unirete l’utile al dilettevole! Se proprio non potete fare a meno del fon usatelo a temperature basse, mantenendolo ad almeno 15 centimetri dalla testa e facendo qualche pausa durante l’asciugatura, così da permettere alle cuticole di raffreddarsi.

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Viaggio alla scoperta delle materie prime: la Rosa Mosqueta

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La Rosa mosqueta (o rosa muschiata o moscata), è una pianta originaria del Cile che dona frutti eccezionalmente ricchi di Vitamina C e di una forma estremamente attiva di Vitamina A, dai quali si estrae un olio fortemente nutriente, efficacissimo contro le rughe e l’invecchiamento cutaneo. Ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi, questo prodotto naturale è molto sensibile all’aria, alla luce e agli sbalzi di temperatura, e va incontro a un rischio elevato di alterazione: è quindi assolutamente necessario che sia di buona qualità e certificato, affinché mantenga intatto tutto il suo contenuto di sostanze preziose per la pelle.

Al contrario di numerosi prodotti più comunemente usati, questo olio penetra e agisce realmente in profondità, apportando elementi indispensabili alla pelle. Per la sua azione cicatrizzante e rigenerante  dei tessuti cutanei, la Rosa mosqueta è inoltre indicata nella cura di acne, eczemi, couperose e pelli iper-pigmentose. Contiene infatti un’altissima percentuale di acidi grassi polinsaturi, sostanze indispensabili nei processi di rigenerazione delle membrane e dell’epidermide e principali responsabili dei suoi effetti cosmetico-dermatologici.

L’olio di Rosa mosqueta, il derivato di più facile reperibilità e utilizzo, è quindi efficace nell’attenuazione degli inestetismi causati da cicatrici (che è in grado di levigare), dalle smagliature (con risultati evidenti già dopo quindici giorni applicandolo puro due volte al giorno), dalle macchie della pelle. Usato costantemente su viso e corpo, puro o in aggiunta alla crema idratante e ad altri prodotti cosmetici, attenua le rughe di espressione e agisce sull’invecchiamento prematuro, sulla pelle secca e spenta e anche su quella rovinata dall’acne: la sua applicazione rende la pelle luminosa, liscia ed elastica, eliminando i segni di stanchezza e donando una buona idratazione.

Per queste sue molteplici proprietà ho deciso di introdurre la Rosa mosqueta nel mio Peeling agli acidi della frutta con fibre di Bamboo e Rosa mosqueta. Penetrando rapidamente nella pelle il tempo di posa del peeling è sufficiente per sfruttare tutte le sue capacità cicatrizzanti, elasticizzanti, rigeneranti e tonificanti: questa pianta rende così il mio peeling più di un trattamento di bellezza completo, non solo un esfoliante ma un prodotto efficace su rughe, pelle impura, colorito opaco e macchie brune.

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L’olio di Mandorle dolci

Oggi voglio proseguire con voi il percorso di esplorazione e approfondimento delle materie prime che più ho impiegato nella formulazione dei cosmetici 1896, e che spesso utilizzo per preparare soluzioni cosmetiche o rimedi per problematiche dermatologiche nel mio laboratorio.

Iniziamo col rinomato Olio di Mandorle dolci, di cui vi propongo una breve scheda che spiega perché lo abbia spesso privilegiato come ingrediente.

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Il mandorlo (Prunus dulcis) appartiene alla famiglia delle Rosacee. I suoi bellissimi fiori bianco rosato, simbolo di verginità, sono i primi fiori a sbocciare alla fine dell’inverno, nonostante le gelide mattine.

A differenza del suo cugino albicocco, la polpa del frutto è sottile, dura e asciutta perciò il suo consumo è impossibile. Tuttavia, all’interno di questo frutto si nasconde la mandorla che può essere, a seconda della varietà, amara o dolce. E’ da quest’ultima che si estrae un olio molto nutriente e lenitivo giallo pallido: l’olio di mandorle dolci appunto!

Conosciuto e usato già dagli antichi egizi per preparare unguenti, spesso utilizzato mischiato con miele per fare massaggi.

Questo olio è ormai ampiamente riconosciuto e utilizzato in cosmesi per la sua azione lenitiva ed emolliente.

Usato per via orale si rivela anche un ottimo lassativo non irritante. Riduce l’infiammazione, digestivo, aiuta l’assorbimento di calcoli renali, allevia la tosse e facilita la rimozione del muco bronchiale.

L’olio di mandorle dolci contiene acido oleico, molto nutriente per la pelle, la rende più flessibile e morbida.

Contiene inoltre

Fitosteroli (tra cui beta-sitosterolo, campesterolo, stigmasterolo): migliorano la funzione di barriera della pelle e la microcircolazione, rallentano l’invecchiamento cutaneo, hanno azione anti-infiammatoria, proteggono contro l’azione dei raggi UV.

Triacilglicerolo: ammorbidisce ed è lenitivo, contribuendo a ricostruire il film lipidico della pelle.

Alcoli triterpenici: antifungini, antivirali e anti-infiammatorio.

Proprietà:

Molto morbido, è molto piacevole da applicare, lascia un tocco vellutato e dona morbidezza. È emolliente, nutre e protegge la pelle dalla disidratazione, la tonifica e ne attiva la riparazione. Calma il prurito e l’irritazione. Aiuta a prevenire le smagliature.

Potete trovarlo facilmente in commercio anche non miscelato (assicuratevi sempre che sia di buona qualità!), e usarlo per nutrire la pelle del corpo, fare massaggi preventivi contro le smagliature o nutrire capelli secchi e sciupati (attenzione a risciacquare bene però, perchè tende ad appesantire…).

Per le proprietà che ho descritto ho deciso di impiegarlo in alcuni dei miei cosmetici lenitivi, addolcenti, nutrienti ed elasticizzanti, e antietà:

CREMA IDRATANTE AI LAMPONI, CAMOMILLA E LATTE DI GIUMENTA 
CREMA ANTIRUGHE ALLA LATTUGA DI MARE E TIGLIO
CREMA VELLUTO COCCO E VANIGLIA
GEL DOCCIA IDRATANTE ALL’OLIO DI MANDORLE DOLCI