Un aiuto contro l’intolleranza al glutine…

La celiachia, lo sappiamo, è una malattia cronica su base autoimmune, che, in presenza di ingestione di alimenti contenenti glutine, scatena una risposta immunitaria a livello dell’intestino tenue, danneggiandone la mucosa e provocando spesso sintomi come dolori addominali, diarrea e/o costipazione cronica, ritardo nella crescita nei bambini, anemia e carenze nutrizionali, stanchezza psicofisica.

Esiste però una condizione con sintomi simili che non è da confondere con la celiachia: si tratta della sensibilità al glutine non celiaca, nota anche come NCGS (dall’inglese Non-celiac gluten sensitivit). Per poter parlare di celiachia, infatti, non basta la presenza di sintomi fortemente suggestivi, ma occorre, sempre e comunque, dimostrarne l’esistenza tramite specifici test. Una diagnosi accurata è molto importante, anche perché talvolta i sintomi della celiachia sono atipici o addirittura assenti. Nella sensibilità al glutine non celiaca, invece, accade esattamente il contrario, ovvero abbiamo la presenza di sintomi che possono far pensare alla celiachia nonostante il soggetto non presenti alcuna traccia di “anticorpi anti-glutine” e nessuna traccia di lesioni della mucosa intestinale.

E allora, come distinguerle? In genere, la sensibilità al glutine è un disturbo meno severo rispetto alla malattia celiaca; tuttavia presenta ugualmente una certa varietà di manifestazioni, come dolori e gonfiori addominali, alternanza di diarrea o stipsi, dermatiti ed eczemi cutanei, mal di testa e mente annebbiata, affaticamento, con o senza dolori muscolari e articolari, che scompaiono eliminando le fonti di glutine dalla dieta, per poi ricomparire con la sua reintroduzione.

Cosa fare? Come già detto, in presenza di questi sintomi la prima cosa da fare è escludere che si tratti di celiachia o di allergia al grano. Se un tempo era possibile effettuare la diagnosi solo tramite biopsia intestinale, oggi esistono esami decisamente meno invasivi, compresi alcuni autotest facilmente reperibili in farmacia.

Una volta accertata l’entità del problema, una dieta il più possibile priva di glutine sarà senz’altro la garanzia migliore di benessere anche in questo caso e, se ne traiamo giovamento, una conferma che siamo in presenza di NCGS, altrimenti difficile da diagnosticare. Chiaramente, oltre a questo aspetto, occorre rivalutare l’alimentazione nella sua interezza, poiché spesso l’intolleranza al glutine può manifestarsi in persone che hanno semplicemente mangiato troppo e male. Il glutine inoltre si può assumere spesso involontariamente, da cibi “contaminati”. In questi casi si può ricorrere a un integratore alimentare opportunamente formulato.

Da oggi, i soggetti con sensibilità al glutine, così come coloro ai quali è stata diagnosticata la celiachia ma temono una cross-contaminazione, possono infatti contare su un aiuto in più: Glutenam della Named. È un nuovo integratore naturale a base di Tolerase G, un enzima specifico innovativo in grado di degradare la gliadina, frazione proteica che i soggetti con sensibilità al glutine non riescono a degradare e responsabile degli effetti indesiderati. Contiene inoltre l’estratto di Carvi, pianta nota fin dall’antichità per le sue proprietà antispastiche e digestive, utile in tutti i casi di cattiva digestione.

Se avete dubbi chiedete consiglio al vostro medico e al vostro farmacista di fiducia!