Caduta dei capelli: le cause

Se c’è un problema di salute del capello le cause possono essere varie: vediamo di seguito le più frequenti.

immagine da dermes.it

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Febbre – Può portare a un aumento della caduta dei capelli per 8-10 settimane dopo l’episodio; di solito la perdita è moderata e sempre reversibile. Post-parto – Durante il periodo della gravidanza i capelli aumentano la loro crescita del 10%. Dopo il parto la tendenza si inverte e posso continuare a cadere per diversi mesi, con aggravanti in caso di trauma post-parto, perdite di sangue e diminuzione dei livelli proteici del plasma. Il completo recupero avviene solitamente in 4-12 mesi. Alimentazione carente, disordini alimentari e diete drastiche – La carenza di sostanze nutritive fondamentali che deriva da un’alimentazione scorretta può compromettere  la salute dei capelli e causare una caduta  preoccupante. Tiroide – È probabile che ci sia una significativa correlazione tra il livello e la durata delle disfunzioni della tiroide (ipotiroidismo, ipertiroidismo) e la caduta dei capelli nelle donne, reversibile con una cura tempestiva della ghiandola. Se invece l’alterazione tiroidea si protrae per tempi lunghi, può portare all’atrofia di alcune unità follicolari. Stress, ansia acuta e depressione – Stati acuti d’ansia, traumi psicologici e depressione, sono talvolta cause di alopecia psicogena, così come capelli eccessivamente fini, secchi e deboli.

Esclusi i fattori di tipo ormonale e quelli psicologici, vi sono poi alcune alterazioni del cuoio capelluto che possono accelerare lo sfoltimento complessivo della capigliatura. Ecco le principali fra queste.

Sebo in eccesso – L’iperattività delle ghiandole sebacee rende troppo grassi cute e capelli e irrita il cuoio capelluto. Forfora o pitiriasi – Produce la desquamazione della cute; a differenza della forfora secca che tende a staccarsi, la forfora grassa rimane attaccata al cuoio capelluto, causa prurito alla testa e, ostruendo i follicoli, favorisce la perdita di capelli.

Altre cause possono essere: infezione virale locale, assunzione o interruzione della pillola anticoncezionale, farmaci usati in chemioterapia, malattie del fegato o renali, farmaci anti-colesterolo, affezioni dell’asse ovarico o surrenale. Infine, l’alopecia androgenetica femminile, analoga a quella maschile, è un diradamento di origine genetica, e colpisce le donne che in famiglia hanno membri di sesso femminile con capelli diradati. Diversamente dagli uomini, però, nelle donne la linea dell’attaccatura rimane intatta, mentre si ha un diradamento generale della corona e della parte frontale della testa.

Come già detto, un buon trattamento tricologico porterà certamente dei miglioramenti, purché si corra ai ripari con tempestività. Inoltre, con una corretta igiene del cuoio capelluto, massaggi e alcune accortezze relative all’alimentazione, potremo allungare il ciclo di ricrescita dei capelli rendendoli più sani e resistenti.

La caduta dei capelli: fisiologica o patologica?

La caduta di capelli è un normale processo fisiologico di ricambio della capigliatura che si ripete circa 20 volte nel corso della nostra vita: si tratta, in effetti, di un ricambio naturale equivalente a quello che nel mondo animale viene chiamato muta o cambio del pelo.
capelli
Se registriamo una caduta che rientra in questo quadro, soprattutto in autunno e in primavera, non dobbiamo quindi preoccuparci.  Ma se il rapporto fra capelli in fase di crescita e capelli in fase di involuzione, o prossimi alla caduta, si sbilancia in favore di questi ultimi, significa che siamo in presenza di una caduta di capelli anomala. Sarà allora necessario appurare se si tratta di un fenomeno temporaneo legato a fattori contingenti (emotivi, alimentari, ambientali, ecc.), oppure se le cause sono più importanti e durature.
I capelli soffrono quando ci curiamo poco di loro, quando li stressiamo con permanenti, tinture o colpi di sole, quando non abbiamo un’alimentazione corretta o siamo spossati e ansiosi. Bisogna quindi procedere con attenzione: alle prime avvisaglie di caduta, in presenza di persistente prurito alla testa o dolore al cuoio capelluto, di capelli grassi o forfora, è davvero consigliabile correre ai ripari.
Per le donne, purtroppo, questo problema può avere risvolti psicologici più preoccupanti, poiché la calvizie femminile sembra culturalmente meno accettata di quella maschile. Il numero di donne che ne soffre è comunque in costante aumento; stress e tensioni quotidiane, inquinamento ambientale e trattamenti cosmetici aggressivi sono alcuni fra i fattori scatenanti. Il fattore ereditario ha scarsa incidenza nella caduta dei capelli femminile e i problemi causati da squilibrio diormoni androgeni interessano solo una percentuale delle donne in menopausa. In linea di massima si tratta quindi un fenomeno di carattere transitorio, sempre che si intervenga tempestivamente con una stimolazione laddove i follicoli sono ancora recuperabili: tolti i casi di esclusiva competenza medica, è infatti possibile migliorare l’habitat del cuoio capelluto con trattamenti tricologici specifici che contrastino i fattori negativi, come eccessiva produzione di sebo, forfora  o cute secca. Bisogna considerare però che più si aspetta e meno capelli possono essere recuperati. Cure e trattamenti tricologici, infatti, funzionano con i fusti sottili e “malati”, persino miniaturizzati, ma non possono far ricrescere i capelli “morti”. È necessario quindi convincersi che non esistono miracolosi rimedi al diradamento o lozioni per eliminare le stempiature in modo definitivo; i rimedi “fai da te”, fanno perdere tempo prezioso e denaro.
Naturalmente se c’è un problema di salute del capello è importante intervenire contemporaneamente sulle cause, che possono essere varie: febbre, parto, carenze o disordini alimentari, tiroide, farmaci, fattori psicologici sono solo alcune tra quelle che analizzeremo nel prossimo approfondimento.