L’allergia al Nichel

immagine da mitindo.it

Il nichel è un metallo simile al ferro e pressoché ubiquitario, utilizzato in molte leghe (come l’acciaio) e molto diffuso nell’ambiente anche come elemento volatile e inquinate. Vanta un’importante funzione biologica e la sua introduzione con gli alimenti è quindi fondamentale, purché sia limitata a piccole tracce (mentre può essere massicciamente contenuto ad esempio nei vegetali coltivati in terreni inquinati).

L’allergia al nichel è la causa più comune di dermatite allergica e si manifesta soprattutto con eczema da contatto, nel caso il soggetto tocchi oggetti contenenti elevate quantità del metallo, come bigiotteria, orologi, montature degli occhiali, braccialetti e gioielli da body-piercing; il nichel è comunemente presente anche in gioielli d’oro e in svariate leghe (si trova ad esempio nelle monete, nelle chiavi, nei cacciaviti, nelle fibbie, nei gancetti per il reggiseno ecc… ).

Si è notato che di tutti gli allergici (circa il 10% della popolazione), solo il 25% reagisce dermatologicamente anche alla sua introduzione con l’alimentazione. Purtroppo non è possibile indicare il contenuto in nichel degli alimenti, poiché tale parametro è fortemente influenzato dal terreno in cui sono stati eventualmente coltivati, dagli antiparassitari e dalle attrezzature e sostanze impiegate durante la lavorazione. La dieta dell’allergico al nichel, presente sottoforma di costituente biologico o di inquinante, è comunque fortemente restrittiva e comporta inesorabilmente l’eliminazione di cibi molto importanti per l’alimentazione umana, oltre a tutta l’oggettistica e all’utensileria culinaria in metallo.

Gli alimenti naturalmente molto ricchi di nichel sono: cacao, cereali integrali e interi (soprattutto avena e grano saraceno), tutti i legumi, semi (noci e nocciole), alloro, aringhe, asparagi, astici, banane, broccoli, cannella, carote, cavolfiore, cetrioli, chiodi di garofano, cicoria, ciliegie, cipolle, fegato, formaggio olandese, frutti di mare, latte vaccino pastorizzato, lievito, meloni, noce moscata, oli vegetali, pepe, sedano, spinaci, vino; contengono poi nichel inquinante oli e grassi idrogenati, tutti gli alimenti raffinati, lavorati industrialmente e confezionati, e prodotti ortofrutticoli ricavati dall’agricoltura su terreni inquinati.

Sono invece poveri di nichel: aglio, agrumi, albicocche, birra, caffè, cappesante e affini, manzo, maiale, vitello, agnello, cavolo, farine raffinate di mais, pinoli, ravanelli, riso perlato, susine, latticini, uova, uva, coca cola.

La diagnosi di allergia a questo metallo è subordinata alle caratteristiche delle lesioni cutanee e al recente possibile contatto, e nei casi dubbi si ricorre al cosiddetto patch test. Purtroppo non si tratta di un disturbo curabile, ma in caso di reazione particolarmente violenta il medico può prescrivere creme per uso topico a base di corticosteroidi o compresse contenenti antistaminici, in grado di alleviare i sintomi.