Dal momento che pochi di noi quest’anno sono stati risparmiati da virus e sintomi influenzali, oggi voglio uscire un po’ dal seminato con un primo approfondimento su queste piccole patologie che è bene conoscere e non sottovalutare.
L’influenza è una malattia infettiva acuta, fortemente contagiosa, che colpisce le vie respiratorie superiori e inferiori. Si trasmette per via aerea mediante goccioline di saliva emesse con la tosse, gli starnuti e le conversazioni, soprattutto negli spazi chiusi ma anche per via indiretta: i virus influenzali possono infatti resistere per ore all’esterno del corpo, specialmente in condizioni di freddo e di bassa umidità, e anche per qualche settimana a temperature prossime ai 0-4 °C, mentre vengono inattivati dal calore, dai raggi UV e dai comuni disinfettanti.
I sintomi più noti sono brividi di freddo, febbre (da moderata ad elevata), cefalea intensa (soprattutto frontale), dolori muscolari, perdita di appetito e stato di prostrazione, e poi rinorrea (naso che cola), starnuti, lacrimazione e tosse, dapprima secca, poi di tipo catarrale con espettorato mucoso. A questi si aggiungono talvolta nausea, vomito e diarrea, soprattutto nei bambini.
Generalmente, l’influenza si risolve positivamente in 3-6 giorni, ma a volte può complicarsi con superinfezioni batteriche. I virus influenzali, infatti, distruggono le cellule della mucosa respiratoria, favorendo la penetrazione di agenti patogeni batterici, a loro volta responsabili di bronchiti, polmoniti, broncopolmoniti, otiti e sinusiti. Le complicazioni sono più frequenti negli individui con malattie croniche (asma, diabete, malattie renali, cardiovascolari e dismetaboliche), negli anziani, nei bambini e negli immunocompromessi; per questo motivo, la popolazione a rischio dovrebbe sottoporsi annualmente alla vaccinazione antinfluenzale.
Per prevenire l’influenza dobbiamo mantenere in salute il sistema immunitario, tramite una dieta sana ed equilibrata e uno stile di vita attivo. Molto importanti risultano le norme igieniche di base, come il portare le mani alla bocca quando si tossisce e starnutisce, lavandole sempre prima dei pasti o dopo essersi recati alla toilette. In assenza di complicanze, la terapia prevede innanzitutto il riposo, la generosa somministrazione di liquidi, il consumo di pasti facilmente digeribili e, all’occorrenza, il ricorso a farmaci analgesici (antidolorifici) e antipiretici (per far scendere la febbre). L’utilizzo di salicilati (classica aspirina) è controindicato al di sotto dei 16 anni per il rischio di insorgenza della sindrome di Reye. La febbre ha un effetto favorevole sul decorso della malattia, perciò non va abbassata subito (ovviamente quando è particolarmente alta o in caso di individui a rischio, deve essere comunque abbassata).
Specifici antibiotici, infine, possono essere prescritti dal medico in presenza di complicanze batteriche, di norma respiratorie, come bronchiti o polmoniti, ma sono del tutto inefficaci nella terapia dell’influenza (considerando la sua natura virale e non batterica), se non addirittura dannosi, poiché indeboliscono ulteriormente le difese immunitarie e predispongono allo sviluppo di resistenze batteriche agli antibiotici.