Il sole: danni e benefici

Il sole possiede proprietà benefiche per l’organismo ma è anche in grado di provocare effetti dannosi sulla pelle, sia diretti e immediati, sia indiretti e tardivi, che non dobbiamo mai sottovalutare.

A piccole dosi i raggi solari sono infatti benefici per il nostro benessere: addirittura 10 minuti di esposizione giornaliera sono già sufficienti per la fotosintesi della vitamina D (colecalciferolo), indispensabile per lo sviluppo e la crescita della struttura ossea e per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi. Per questo motivo è molto importante che il nostro corpo sia esposto alla luce solare, ogni giorno e tutto l’anno, per almeno il 10% della sua superficie, e che anche la nostra dieta sia ricca di fonti di colecalciferolo, come latte, salmone, aringhe e sardine, olio di fegato di merluzzo, tuorli d’uovo.  È dimostrato poi che il sole stimola l’organismo a produrre endorfine (oppioidi endogeni), che danno un senso pieno di benessere e aiutano a combattere la depressione.  Anche alcune patologie della pelle, come ad esempio psoriasi, vitiligine o dermatite atopica, generalmente migliorano in estate, con l’esposizione solare.

Tuttavia, i danni a breve termine di un’esposizione non controllata: scottature, anche note come eritemi solari; fotodermatiti, come la dermatite polimorfa solare (ne soffre il 10% della popolazione adulta), l’orticaria solare e il lupus erithematosus discoide; disturbi della pigmentazione, quali macchie scure sul viso e sulle braccia o aree di depigmentazione come la vitiligine; immunosoppressione, calo delle difese e ricomparsa dell’herpes labiale; foto sensibilizzazione. I danni a lungo termine sono purtroppo spesso di natura peggiore: accelerazione dell’invecchiamento cutaneo e possibilità di sviluppo di tumori della pelle.

Incriminate per l’aumentato rischio di tumori cutanei sono sia le radiazioni UVA e che quelle UVB. I raggi UVB stimolano la comparsa dell’abbronzatura ma sono anche responsabili del “colpo di sole”, che è la prima testimonianza visibile dell’aggressione solare. Dobbiamo inoltre sottolineare che l’abbronzatura altro non è che un mezzo di difesa parziale della pelle contro gli UVB, ma non è in grado di proteggerci dagli UVA! I raggi UVA (emessi anche dalle lampade solari), favoriscono invece l’ossidazione e l’invecchiamento precoce della pelle, nonché la comparsa di lentigo solari. In alcuni casi possono essere responsabili dell’intolleranza al sole, un problema sempre più diffuso.

Come difendersi allora? Innanzitutto, i primi giorni al mare non si dovrebbero superare i 10 minuti di esposizione, con l’applicazione su tutto il corpo di un’adeguata protezione. Per sceglierla è indispensabile individuare il proprio fototipo: ne esistono 6, dalla carnagione più chiara e sensibile a quella nera. Il fattore di protezione andrà valutato in base a questo ma attenzione, solo i fototipi V e VI (i più scuri) possono permettersi una protezione inferiore a SPF 30+ e anche la pelle più scura deve comunque proteggersi per prevenire il rischio melanomi.

Gli schermi solari, disponibili in varie formulazioni, vanno poi applicati su tutto il corpo ben più di una volta: ogni 3-4 ore e subito dopo il bagno, senza dimenticare che l’esposizione deve essere comunque graduale (ogni giorno qualche minuto in più).

Con l’alimentazione dovremmo poi introdurre le vitamine amiche della pelle, come carotenoidi e vitamina C, e possiamo aumentare le nostre difese con l’uso di protettori solari in compresse, da assumere un’ora prima dell’esposizione.

Insomma, la parola d’ordine è abbronziamoci sì, ma consapevolmente, mettendo sempre al centro la nostra salute e quella dei nostri bimbi!