Il 1896 e le Mosche di Milano

Oggi facciamo un passo indietro, perché possiate conoscerci meglio.

Per chi ancora non lo sapesse, dietro al nostro marchio 1896 e al nome del nostro blog, Mosche di Milano, c’è una storia che viene da lontano (che abbiamo raccontato anche alle telecamere di Sereno Variabile).

1896 è l’anno di fondazione dell’antica farmacia che Gino Giuseppucci, farmacista e nonno paterno della nostra dottoressa Giò, acquistò nel 1954, quando con la famiglia tornò definitivamente dalla Libia in Italia, nelle sue Marche.

Era una farmacia magnifica, una vera opera d’arte in ogni suo dettaglio, realizzata da un artista perugino. Questo luogo magico è oggi museo e flagship store della linea di cosmesi naturale artigianale 1896 Scienza e Natura. E’ stato naturale, per Giovanna, offrire con la sua linea un tributo alla nobile tradizione della galenica coltivata tuttora dalla sua famiglia, memore anche lei dell’attività di suo nonno e di suo padre nel laboratorio galenico della farmacia storica.

Gli splendidi armadi della farmacia Mazzolini-Giuseppucci contengono una collezione di porcellane Ginori di enorme valore: in ognuna di esse, più di un secolo fa, si conservavano le sostanze consentite dalla prima Farmacopea ufficiale del Regno d’Italia per preparare i medicinali in laboratorio… eh già, è proprio in questo che consiste il fascino di questo mestiere, ereditato dagli antichi speziali…

Diamoci un’occhiata intorno, tra vasi e boccette di vetro in questa piccola farmacia ci sono almeno 400 contenitori con etichette dai nomi suggestivi, curiosi e a volte anche un pò inquietanti, come nel caso delle boccette blu che contenevano veleni…

C’è un vaso, in particolare, di fronte al quale nessuno ha mai resistito alla tentazione di porre la fatidica domanda: ma qui dentro cosa c’era?

E sfido io, sulla lussuosa etichetta in oro zecchino c’è scritto: MOSCHE DI MILANO… che sarà mai, è un modo di dire?

DSCN3777-225x300

Eh no! Le mosche di Milano, anche conosciute come Mosche di Spagna, non erano propriamente mosche… ma erano certamente insetti. Si trattava infatti di cantaridi, una specie di coleottero dalla vivace colorazione verde, ancora oggi conosciuto per contenere una sostanza dai molteplici usi e finanche pericolosa, la cantaridina.

Questi insetti, adulti o in stadio larvale, venivano “raccolti” ed essiccati, e infine ridotti in polvere per prepararne unguenti il cui più largo uso era, pensate un po’, quello del moderno Viagra. Ma bisognava stare attentissimi a non abusare, la cantaridina è anche molto tossica e può essere letale.

Pare che un illustre consumatore fosse anche il famigerato marchese De Sade, che non mancava di offrire biscotti al cioccolato “corretti” con cantaridina agli invitati dei suoi “festini”… bella scoperta vero? 😉

Lytta-vesicatoria